Oggi nell’aula bunker di Mestre davanti alla Corte d’assise d’appello di Venezia, presieduta dal giudice Luigi Lanza, riprende il processo nei confronti del serial killer Michele Profeta, già condannato in primo grado all’ergastolo per duplice omicidio a scopo di estorsione. L’omicidio del tassista Pierpaolo Lissandron, 38 anni, ucciso il 29 gennaio 2001 al volante del suo taxi Pisa 14 e dell’agente immobiliare Walter Boscolo, 36 anni, assassinato il 10 febbraio dello stesso anno in un appartamento di via San Francesco a Padova. Stamane i professori Mario Marigo dell’Università di Verona, Gaetano De Leo dell’Università La Sapienza di Roma e il collega Francesco Barale dell’Università di Pavia, incaricati di svolgere una perizia psichiatrica sull’imputato, spiegheranno i risultati del loro lavoro. Un lavoro che è giunto ad una chiara conclusione: secondo i tre esperti Michele Profeta (difeso dall’avvocato Cesare Dal Maso), pur affetto da un disturbo della personalità, è assolutamente capace di intendere e di volere. Una tesi che la difesa cercherà di demolire con l’aiuto dello psichiatra Giovanbattista Traverso dell’Università di Siena. In aula i familiari delle vittime, costituiti parte civile.

 

VEDI ARTICOLO ORIGINALE