BOLZANO.Peter Paul Rainer è tornato nel paese d’origine della famiglia per sposarsi: «Oggi sono felice». Ieri alle 11 è entrato nella chiesetta di San Nicolò a Prato alla Drava camminando a passi lenti accanto a Gerlinde Nöbauer, la trentacinquenne austriaca, sguardo innamorato, che è diventata la sua seconda moglie (il primo matrimonio è stato reso nullo dalla Sacra Rota). Rainer è dimagrito, ha la barba ben curata e i capelli brizzolati, indossa un abito nero con una rosa rossa appuntata all’occhiello. Rose e gerbere rosse nel bouquet di Gerlinde Nöbauer, avvolta in un abito lungo di seta bianca con strascico di pizzo. Al momento del «si» i due sposi si guardano a lungo: «Ti rispetterò fino alla fine dei miei giorni».
Rainer fino a venerdi resterà a Prato alla Drava grazie al permesso premio, poi dovrà rientrare al carcere «Due Palazzi» di Padova, dove sta scontando la condanna a 20 anni e mezzo per l’omicidio del consigliere regionale Christian Waldner nel febbraio 1997 a Castel Guncina.
Sono passati dieci anni, ma il paese non ha dimenticato.
Prato alla Drava (San Candido) ha accolto con gelo surreale questo matrimonio organizzato in forma di solenne abbraccio della Chiesa tradizionalista a Rainer. La piccola bomboniera cinquecentesca di San Nicolò ha accolto una settantina di invitati, quasi tutti parenti, pochi amici, totalmente assenti i compaesani.
La famiglia è stretta attorno a Peter Paul. «Per noi è un giorno di gioia da trascorrere in famiglia», racconta il padre Peter, accogliendo con un sorriso tutti, anche i giornalisti a cui chiede solo discrezione con le macchine fotografiche. Alla vigilia del matrimonio, il conosciuto ex sindacalista ha ribadito la sua convinzione che il figlio sia innocente: «Portatemi solo una prova della sua colpevolezza».
Ma neppure il parroco ha partecipato alla cerimonia, celebrata da quattro sacerdoti e due frati, austriaci e tedeschi, più padre Luigi, il cappellano del carcere «Due Palazzi». Piccola la chiesa, ma elaboratissimo il rito: i tanti sacerdoti, il libretto con la liturgia in versione tedesca e italiana, la parte cantata con coro e organo, un brano, tra i tanti, composto appositamente per il matrimonio: «Salve Regina» di Luca Uggias.
Nessun riferimento alla morte di Waldner, ai processi, agli anni di carcerazione vissuti da Rainer entra nella chiesa. Solo un accenno, le prime parole pronunciate dall’austriaco don Josef Gratzer: «Liberiamoci dal peso del passato e chiediamo perdono».
E’ una festa della famiglia Rainer, quella degli affetti e quella religiosa.
«Il parroco è arrivato solo per aprire la chiesa, poi se n’è andato», racconta qualcuno. C’è chi aggiunge: «Noi oggi andremo all’inaugurazione del teleriscaldamento». Al taglio del nastro dell’impianto arriverà l’assessore provinciale Michl Laimer, l’unico politico avvistato in zona. Nessuna traccia a San Nicolò del mondo in cui è stato immerso Rainer prima del delitto, non una piuma di Schützen, non un esponente dei Freiheitlichen, di cui è stato esponente di spicco. Quei legami sono stati tagliati di netto. C’è invece la chiesa ultracattolica legata a «Radio Horeb», la Radio Maria di area germanica, per la quale Rainer ha lavorato durante il periodo trascorso all’estero in attesa del secondo processo di appello a Brescia. Appartengono a quell’area i sacerdoti arrivati per la cerimonia (l’assenza della chiesa locale è stata probabilmente compensata da qualche ‘osservatore” della curia). Del mondo «dopo» il 1997 ci sono gli avvocati Giampiero Mattei e Cesare Dal Maso, il cappellano con un gruppo di quattro religiosi (gesuiti e francescani) che da tempo seguono Rainer in carcere.
Perché una freddezza cosi marcata di Prato alla Drava, il paese in cui i genitori Peter e Christine Rainer da qualche tempo, lasciata Bolzano, sono tornati a vivere? Arriva da lontano. Dieci anni fa non gradirono che il nome del paese venissime collegato al delitto di Castel Guncina. Oggi c’è l’imbarazzo, raccontano, per un matrimonio cosi solenne.
Finisce la cerimonia. I due sposi vengono accolti sul piazzale da un lancio petali di rose. Prima degli abbracci dei parenti (molti arrivati dall’Austria con i genitori della sposa), Peter Paul e Gerlinde depongono il bouquet sulla tomba di famiglia. C’è stato un lutto recente per i Rainer, lo zio Josef, deceduto in un incidente stradale in Sudafrica. «Per i defunti delle due famiglie e per tutti i defunti» ha appena recitato la preghiera dei fedeli.

 

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