imageVicenza. Era un fidato collaboratore. Poi avrebbe indossato i panni dell’infedele manager per entrare abusivamente nella rete informatica di Unichimica, carpendo segreti aziendali conosciuti solo dai proprietari. Ha del clamoroso l’operazione condotta in queste ore dalla squadra mobile della questura che ha portato alla scoperta che l’area-manager Tiziano Arca, alle dipendenze fino ad agosto, quando si è dimesso dall’azienda che fa capo al senatore della Lega Alberto e al fratello Franco, oltre che al padre Carlo Filippi, avrebbe guardato con puntigliosa assiduità fin dalla primavera, soprattutto di notte, le caselle elettroniche non solo dei titolari, ma di tutti i dipendenti commerciali e amministrativi per appropriarsi informazioni industriali e anche personali.
Questo è l’inquietante contesto dell’inchiesta coordinata dal pm Paola Tonini della distrettuale di Venezia. E un particolare allarmante per la società che sta emergendo è che da quando Arca, 41 anni, residente ad Arzignano in via Tevere 78, avrebbe iniziato a curiosare nella posta elettronica impadronendosi di notizie riservate anche sui prezzi applicati da Unichimica alla migliore clientela, l’azienda avrebbe subito un danno che sarebbe finora quantificato attorno al milione e mezzo di euro. Ma sul punto le verifiche sono solo all’inizio.
PERQUISIZIONI. Con un’azione coordinata gli agenti del questore Giovanni Sarlo e del vicequestore Michele Marchese hanno eseguito le perquisizioni nelle abitazioni di Arca e di una donna, D.P., di 33 anni, della città, entrambi indagati a piede libero per accesso abusivo al sistema informatico di Unichimica. Sul conto della seconda, però, si tratterebbe di sospetti infondati perché il computer utilizzato per la connessione wireless in zona Fiera le era stato regalato dall’azienda in quanto ex collaboratrice. Ben diversa, invece, è la posizione del manager Arca, originario di Cagliari e indagato a piede libero, che fino ad agosto era un ascoltato collaboratore commerciale dei Filippi.
SOSPETTI. È l’inizio di settembre quando gli investigatori informatici privati attivati dall’azienda informano i proprietari che qualcuno è entrato abusivamente nel sistema. E non è successo sporadicamente, ma in maniera sistematica, per di più da mesi. Carlo Filippi e i figli Alberto e Franco si confrontano increduli perché a quel punto trovano fondamento ipotesi che per settimane avevano fatto breccia nelle loro discussioni.
Si rivolgono all’avvocato Cesare Dal Maso e presentano la denuncia in questura per capire chi sta orchestrando l’azione di spionaggio ai loro danni. Infatti, i Filippi all’improvviso hanno avuto la certezza che i concorrenti, almeno quelli più agguerriti, sapessero informazioni top secret. Grazie a queste notizie hanno iniziato a conquistare importanti contratti anche da clienti storicamente legati all’azienda di Torri di Quartesolo, che nel Vicentino ha un deposito anche ad Arzignano, oltre che in Toscana e Campania per servire l’intero mercato nazionale. La famiglia Filippi controlla il gruppo Uniholding spa che fattura oltre 40 milioni di euro e occupa una ottantina di persone. Essa commercializza prodotti di chimica di base e lavora per tutti i settori industriali.
SCHEDA SIM. L’inchiesta della polizia nell’arco di un paio di settimane ha consentito di individuare Arca come l’utilizzatore di una scheda sim del gestore Vodafone attraverso la quale ci sono stati gli attacchi sistematici al sistema informatico aziendale. Quando i poliziotti hanno fatto irruzione nella casa di Arca subito non hanno trovato il computer incriminato. Hanno impiegato un po’ prima di individuarlo sul tetto dov’era stato nascosto. Quanto alle conseguenze dell’attività di intromissione abusiva nella rete del quartiere generale della ditta sono in corso le verifiche. Tra l’altro Arca, essendo entrato nella posta elettronica pure dei dipendenti, potrebbe essere chiamato a risarcire i danni anche a loro, qualora decidessero di costituirsi parte civile. Come dire che saranno assai ingenti le grane economiche alle quali il venditore andrà incontro.

Ivano Tolettini